Nonostante il successo straordinario delle prime due edizioni, la maratona artistico-musicale A Nome Loro – Musiche e voci per le vittime di mafia è stata costretta a lasciare il Parco Archeologico di Selinunte, luogo simbolico della nascita del progetto, per approdare il 6 e 7 settembre 2025 nella spiaggia di Mondello a Palermo. La decisione è arrivata dopo settimane di incertezze e mancate risposte da parte delle istituzioni, come denunciato dall’associazione organizzatrice guidata da Sade Mangiaracina, che ha fondato l’iniziativa nel 2023 pochi giorni dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro.
Gli organizzatori hanno raccontato la frustrazione per la mancanza di sostegno, parlando apertamente di indifferenza e condizionamenti esterni che hanno reso impossibile garantire condizioni economiche e logistiche adeguate. “A Nome Loro non è solo un festival – hanno spiegato – ma un tentativo di presidiare un territorio segnato da decenni di dominio mafioso e di costruire una comunità unita attorno alla memoria delle vittime”. Proprio per salvare lo spirito dell’iniziativa, la scelta è stata quella di non cancellare la terza edizione, ma di spostarla a Palermo, grazie alla collaborazione con Sinergie, Utopia e con la CNA, che ha deciso di ospitare il progetto all’interno della manifestazione Ciavuri & Sapuri.
Purtroppo, dopo mesi di estenuanti rimbalzi, anticamere e chiacchiere (per ben 3 volte abbiamo richiesto un incontro all’Assessore regionale al turismo,sport espettacolo On. Elvira Amata, senza mai ricevere risposta), siamo costretti a prendere atto della totale assenza di volontà reale di sostenere quello che per noi non è solo un evento ma un tentativo di presidiare un territorio per troppo tempo consegnato al giogo del compromesso e all’indifferenza, abbandonando una comunità intera e lasciando indisturbata una latitanza lunga più di trent’anni.
Tutte le artiste e gli artisti- che hanno aderito alle due precedenti edizioni e alla prossima terza edizione- non hanno mai visto in questa manifestazione una vetrina, bensì hanno fin dall’inizio accolto l’invito a manifestare, con i propri corpi e con la loro arte, la volontà di testimoniare un impegno civile ben saldato alla memoria delle vittime innocenti delle mafie, per costruire una nuova narrazione di quei territori e di quelle comunità che per troppo tempo sono rimaste oppresse dalla presenza asfissiante della mafia. Artiste e artisti che in questi due anni abbiamo sentito vicini alleati di questo sogno, in questa avventura.
Ecco perché è con estremo rammarico che annunciamo l’annullamento, presso il Parco Archeologico di Selinunte, della III edizione di A Nome Loro. Musiche e voci per le vittime di mafia.
Il programma, inizialmente previsto a Selinunte il 13 settembre, è stato quindi anticipato al weekend precedente e si svolgerà come sempre a ingresso gratuito. In questi giorni sono in corso i lavori per confermare la partecipazione degli artisti già annunciati, tra cui Ron, Ditonellapiaga, Avion Travel, Dimartino, Enzo Avitabile, Roy Paci, Almamegretta, Leo Gassmann e Calibro 35, insieme a giornalisti, attivisti e familiari delle vittime di mafia. La line-up definitiva sarà resa nota a breve, ma la direzione artistica conferma la volontà di mantenere intatto lo spirito delle prime due edizioni, che hanno radunato oltre 16.000 persone e raggiunto più di un milione e duecentomila spettatori attraverso dirette radio e streaming.
Nato come risposta collettiva alla cattura del superlatitante di Castelvetrano, A Nome Loro si è affermato fin da subito come un appuntamento di memoria, denuncia e rinascita. Non solo musica, ma anche parole e testimonianze per raccontare un territorio che per troppo tempo è stato identificato con la presenza criminale, e che oggi cerca attraverso l’arte e la cultura un riscatto possibile.
La terza edizione sarà quindi diversa dal previsto, ma la sua forza resta immutata: trasformare dolore e assenza in un’occasione di incontro e speranza. Gli organizzatori ribadiscono l’appello a non lasciare soli i cittadini che credono in una Sicilia libera dalle mafie e invitano il pubblico a partecipare numeroso per confermare che la memoria può diventare comunità e che l’impegno civile è più forte dell’indifferenza.