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Dalla Borgogna a C.Mare del Golfo la “San Vincenzo dell’Amarone” è carica di emozioni

La “San Vincenzo dell’Amarone”, la borsa dei vini franco-italiani, che si terrà oggi mercoledì 27 aprile, a partire dalle ore 18 a Castellammare del Golfo, è la tappa che segna, nel brevissimo periodo, il passaggio dalle parole ai fatti, tra la Bit ed il Vinitaly appena trascorsi.

Il turismo enogastronomico si traduce in un “modello europeo” che parla bilingue e che porta, al tramonto di un’inedita piazzale Stenditoio, 80 produttori di vini, provenienti dalla Borgogna e dalla Sicilia, al cospetto dei palati più raffinati e di quelli più curiosi, le eccellenze di etichette che, raccontano emozioni.

Ne sarà contento il ministro del Turismo Garavaglia che, a Verona, auspicava di “credere nei sogni tanto da realizzarli”. E ad essere affascinato dai sogni, tanto da amare Freud, quanto dai vini, fu proprio Salvatore Dalì che, in perfetto stile surrealista, nel 1978, scrisse due libri di cucina e vino.  Il primo Les Dîners de Gala (un libro di ricette); l’altro, ancor meno conosciuto del primo, Vins de Gala, all’interno del quale, l’artista, tra le varie pagine, organizzò i vini in base a come influenzarono la sua vita e il suo umore dividendoli, in dieci ulteriori categorie ad esempio: “vini della frivolezza”, “della sensualità”, “vini della generosità”,  della gioia, dell’estetismo, della luce, dell’impossibile.

Ma i baffi all’insù di Dalì non furono gli unici ad occuparsi del nettare degli dei: Caravaggio, Michelangelo, Monet, Van Gogh, Matisse, Kandinsky, Picasso, Andy Wahrol e tanti altri hanno, nel tempo, raccontato al mondo le emozioni del vino. Le stesse che oggi, quasi per caso, incontrano il surrealismo francese di Bretonimpossibile cambiare le cose se prima non si cambiano gli uomini” con la gattopardiana Sicilia di Tomasi di LampedusaSe vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.”

A dare corpo a questo gemellaggio di viti e vite, ci pensano gli chef che, con e senza stelle sul petto, (tra tutti presente l’ambasciatore del cibo “made in Sicily” Giuseppe Giuffrè), hanno preso tutto l’amore e la passione per la cucina e per il cibo e l’hanno portato al cospetto del dio Bacco, trovando per lui abbinamenti tradizionali, legami con il territorio e accostamenti insoliti come quelli fatti dai valdericini Alessandro Ganci, Giuseppe Cammarasana e Giuseppe Mazzara che, al Ristorante “La Cialoma”, hanno saputo coniugare il senso del gusto a partire dalla vista. Sulla loro terrazza unica, a Scopello, per restare nel tema della Kermesse, si parte con una selezione di ostriche francesi, alla quale abbinare una bottiglia di “Aldo Viola” che, ad ogni sorso, racconta la bellezza del territorio trapanese. I giovani imprenditori, che hanno viaggiato in Europa e nel mondo, non hanno reciso le radici con il territorio di cui, nei piatti, raccontano cultura e tradizione. Come nel “cous cous di pesce alla trapanese” o nelle “busiate finocchio e sarde” al quale abbinare, un Pinot Bianco, arrivato un secolo e mezzo fa proprio dalla Borgogna. Ma la Sicilia è anche contaminazione ed è per questo che sono stati i primi, in tutta la provincia, ad aprire un sushi bar /pokè, in versione siciliana.

Oggi, in piazza, per questo straordinario evento (che ha coinvolto tutto il comparto dell’hotellerie, tanto che il “Luxmarì hotel & spa” per la sua posizione centrale, la cura nei dettagli, la spa, la terrazza con piscina ed i servizi pensati apposta per gli ospiti, è stato il primo hotel in città, a registrare il “tutto esaurito” da una settimana) sono 1500 le persone che assaggeranno piatti e vini. Un via vai di gente che segna un anticipo di stagione che fa ben sperare sul futuro (e non solo prossimo).

«Questo primo evento che patrociniamo è un momento di in-coming e di sostegno alla commercializzazione dei prodotti locali poiché il settore vitivinicolo vede Beaune all’avanguardia con vitigni e cantine di tutto riguardo»ha detto il sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Rizzo

 L’evento è collaudato ed organizzato da Alberto Iacono, appassionato di gastronomia ed enologia, che una volta l’anno con San Vincenzo dell’Amarone, riunisce a Beaune viticoltori e ristoratori provenienti dall’Italia e dalla Borgogna per offrire grandi vini e piatti da degustare in un’atmosfera particolare ed accogliente 

«Il gemellaggio – ha sottolineato il primo cittadino – mira non solo a far conoscere i prodotti propri delle due Regioni ma anche a creare le basi per un ampliamento dei contatti in ambito sociale, turistico e culturale coinvolgendo anche le scuole facendo crescere nei giovani un forte sentimento europeo con la conoscenza delle diversità che costituiscono arricchimento ed integrazione sociale».

 

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