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    Non è mai troppo “Tardis”: un Futuro a Trapani è ancora possibile?

    No, non è atterrata una cabina blu nel cortile della Baia dei Mulini. E no, Valerio Antonini non è un alieno venuto da Gallifrey. Ma se sabato 23 agosto a Trapani qualcuno avesse avuto la sensazione di trovarsi dentro un episodio di Doctor Who, non sarebbe stato del tutto fuori strada. Perché quando il “Presidente” — e non il “Dottore” della fortunata serie — si presenta con una visione che promette di cambiare il destino di una città, il confine tra fantascienza e realtà si fa sottile quanto affascinante.

    Antonini, imprenditore romano e cittadino onorario trapanese , ha scelto un luogo simbolico per lanciare il suo nuovo progetto politico: il movimento Futuro. Non un partito, non una lista civica qualunque, ma un’idea che vuole essere più grande della somma dei suoi punti programmatici. Un’idea che parte da una premessa tanto semplice quanto audace: “Lo sport da solo non basta”.

    Missione: rigenerare Trapani

    Il movimento Futuro nasce con l’ambizione di affrontare le fragilità strutturali della città: dalla rete idrica da rifare, ai rifiuti da gestire con efficienza, passando per il decoro urbano e la valorizzazione delle periferie. Ma non si ferma qui. Antonini parla di università come hub di attrazione, di corsi legati alle attività marine uniche per catalizzare su Trapani giovani pronti a studiare il mare, lo stesso che vuole sistemare per regolarizzare le spiagge e rilanciare un turismo oggi, troppo mordi e fuggi. La privatizzazione e lo sport, ancora come leve strategiche per lo sviluppo della città falcata. E lo fa con una squadra che include l’ex generale Geremia Guercia, la segretaria Antonella Granello e il consigliere Tore Fileccia, già in consiglio comunale.

    Questa è l’ultima possibilità per questo territorio di vedere la luce”, ha detto Antonini, con una sincerità che ha fatto vibrare le corde emotive dei presenti. Non era solo una presentazione, era una dichiarazione d’amore. Per una città che ha dato tanto e che, secondo lui, merita di tornare a brillare. E se il claim del movimento è “Il futuro non si aspetta, si costruisce”, lo slogan che riecheggia è ancora più evocativo: Make Trapani Great Again.

    Antonini non ha viaggiato nel tempo, ma ha fatto qualcosa di simile: ha portato con sé la memoria di ciò che Trapani è stata e la visione di ciò che può diventare. Non ha un cacciavite sonico, ma ha un piano in undici punti. Non ha nemici intergalattici, ma sfide molto terrene. E soprattutto, ha scelto di non aspettare più. Di non delegare. Di mettersi in gioco.

    Il 23 agosto non è stato solo un sabato d’estate. È stato, come ha detto qualcuno, “una giornata storica per rinnovare la luce che un giorno lo ha reso grande”. E se il futuro è davvero una costruzione collettiva, Trapani ha appena posato la prima pietra. Con un Presidente che, cabina o no, ha deciso di provarci davvero.

    In meno di 24 ore, intanto, si registrano oltre 700 iscritti al movimento Futuro che, in prospettiva di un nuovo domani trapanese, pensano già a fondere ( piuttosto che dividere come successo per Misiliscemi al quale oggi risulta così appartenere l’aeroporto) i comuni di Trapani ed Erice.

    Valerio Antonini presenta FUTURO: l’intervista – Video

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