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Da 5 mesi senza stipendio, i lavoratori della coop Badia Grande in sit-in davanti la Prefettura di Trapani

Storie di migranti e di lavoro. Di proteste e di diritti. Storie. Quelle urlate nel silenzio di chi arriva e di chi accoglie. Di chi c’è. C’è stato e resta. Perché al di là del politichese che strumentalizza spesso i viandanti per mettere una bandiera al di qua o al di là di questo o quel partito, ad affrontare le emergenze ci sono persone.

Uomini e donne con famiglie che hanno messo a rischio prima, durante e dopo il lockdown, ma dimenticate dal Ministero e dai sindacati. Storie, dicevamo, che si raccontano da sempre, con stessi inizi, e stessa trama. Storie dai finali che si “recuperano” in corsa strappando un amaro sorriso e qualche pacca sulla spalla, per tornare a scrivere la prossima dopo pochi mesi.

Un intreccio che coinvolge, questa volta, a Trapani, i lavoratori della cooperativa Badia Grande, (operanti nel settore dell’assistenza ai migranti, i richiedenti asilo, i rifugiati, assistenza minori, anziani ecc), il presidente della cooperativa Antonio Manca, il Prefetto Tommaso Ricciardi e il Ministero dell’Interno.

Da questa storia, i lavoratori escludono, per scelta, i sindacati. Una sottolineatura che non passa inosservata ma che, al contrario, risalta sotto il cielo terso di questo 3 luglio 2020. Il racconto narra di cinque mesi di lavoro, per garantire il regolare svolgimento delle attività alla cooperativa, non ancora retribuiti. La cooperativa, si legge sul sito, dal 2009 è iscritta all’Albo Nazionale del Ministero dell’Interno per l’immigrazione; ha in corso l’iscrizione definitiva all’albo regionale delle istituzioni assistenziali secondo la legge regionale 22/86 per l’assistenza domiciliare sezione Minori; dall’ottobre 2008 è Ente Gestore del CARA Straordinario di Valderice denominato “Villa Nazareth”, riguardante la tutela e l’accoglienza dei richiedenti la protezione internazionale; dal 2007 gestisce i CAG (centro di aggregazione giovanili) e i servizi di Educativa domiciliare in convenzione con i Comuni di Trapani, Erice e Valderice per minori a rischio, con difficoltà scolastiche, dì apprendimento, cognitive e ADHD, disabili.

Ed ancora: dal 2011 ad oggi è Ente Gestore del Progetto SPRAR Comune di Trapani, riguardante l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati politici che rientrano nel sistema di protezione e degli immigrati e profughi presenti sul territorio; dal 2011 ad oggi è ente gestore del C.A.R.A. e del C.D.A. di Salina Grande con interventi di gestione del centro di accoglienza e integrazione; dal 2011 ad oggi è ente gestore SPRAR del Comune di Trapani – servizi ex art. 11 c. 2 del DPR 303/04 c/o il CARA – Salinagrande. dal 2012 ad oggi è ente gestore del progetto AL ROSHD – la crescita – azioni di resilienza per gruppi di vulnerabili – immigrati; è un ente di diretta promanazione della Caritas diocesana di Trapani e si occupa anche della gestione dei progetti da questa promossi e fornisce le risorse umane (educatori, assistenti sociali etc.); nel maggio 2010 ha avviato un progetto sperimentale con il Comune di Erice rivolto ai minori; come da decreto del 14/11/2012 R.S.2303 Serv. 2 emanato dall’ Ass.to della Famiglia , delle politiche sociale e del lavoro- dipartimento della famiglia e delle politiche sociali della Regione Sicilia, è stata autorizzata ad attivare il funzionamento delle Comunità Alloggio “Cielo Azzurro” e “Arcobaleno” site in C.da Bonagia Valderice – Trapani, per una ricettività di n. 8 minori per la prima e n. 10 minori per la seconda; ai sensi dell’art.28 della l.r n. 22/86, il 17/06/2013 ha avviato il funzionamento delle due comunità alloggio con attività assistenziali rivolte a minori.

Insomma di lavoro ce n’è. Il problema è che, per chiamarsi tale, dev’essere retribuito. Così oggi, questi lavoratori, in maniera autonoma e composta, davanti alla prefettura di Trapani, sono andati a protestare chiedendo che gli venissero corrisposte le giornate lavorate. Una cosa che non dovrebbe né essere richiesta, né tanto meno protestata. Eppure nel 2020 touch e smart, ancora accade. E sempre più spesso. Durante il corso del sit-in, una delegazione di loro, che rimarrà in presidio fino a domani, è stata ricevuta dal Prefetto Tommaso Ricciardi e dal capo di gabinetto Valeria Gaspari.

La storia, poi, prosegue e racconta che, mentre i servizi continuano ad essere erogati con puntualità, ci sarebbe una costante sul fattore ritardo:  il ministero dell’Interno pare sia sempre “svizzero “,  nel pagare la somministrazione degli stessi, in differita.

Un fatto che non risulterebbe nuovo nemmeno alla prefettura trapanese , secondo quanto si apprende dal servizio di Fabio Pace per Telesud, che oggi, ha confermato alla delegazione di lavoratori ricevuta, come un’anticipazione per i servizi prestati sarebbe stata pagata alla cooperativa Badia Grande arl nei primi giorni di marzo. Questo pagamento, però, secondo il presidente della cooperativa, Antonio Manca, sarebbe stato solo un’anticipazione del 30% sui servizi già erogati nel 2019 tanto che la Badia Grande arl avrebbe aperto un contenzioso con la prefettura di Trapani depositando un decreto ingiuntivo per oltre due milioni euro.

Il motivo dei ritardi sarebbe, a detta del presidente della cooperativa, la lentezza sulla verifica dei servizi erogati dalla cooperativa. Accertamenti dei quali si occuperebbero gli uffici prefettizi.

Oggi, intanto, sul conto di molte famiglie che lavorano per la cooperativa, nessun bonifico viene accreditato da 5 mesi per il lavoro effettuato. Famiglie che hanno bambini, possibilmente anziani, scadenze, bollette, spesa da fare e magari, senza stare troppo a spiegare cosa ci sta dietro il diritto di ricevere uno stipendio e a cosa serve, anche il sacrosanto, e pure quello, diritto, di andare in vacanza. Ma a zero euro, la vacanza può essere solo sognata.

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