Mentre ieri il Premier Giuseppe Conte, in diretta nazionale, annunciava, tra le tante, una Sicilia ad “alta velocità”, l’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone si preoccupava di sbloccare rotaie più lente lasciate da sempre all’Isola e agli isolani, addirittura bloccate.
Sono molti i casi di treni che accompagnano pochissimi passeggeri, ormai, da un punto all’altro della Sicilia e gli eventuali investimenti sulle rotaie sono concentrati sulle grandi città come Palermo o Catania. Basti guardare il “vagone” che arriva a Trapani e che ci obbliga a rimanere fermi al passaggio a livello in via Marsala. La conferma arriva dal rapporto Pendolaria 2019 di Legambiente dove viene scritto a chiare lettere “è emergenza Sud”.
Sull’isola, infatti, circolano meno treni. Ieri a provare a rimuovere eventuali ostacoli presenti sul progetto di ripristino della diramazione via Milo della ferrovia Trapani-Alcamo, linea chiusa e abbandonata, ormai, dal 2013 causando disagi al territorio che certamente non corre come la Lombardia, il Veneto o il Piemonte ma, ma si muove(va), è stato, l’assessore Falcone inviando una nota al Governo nazionale e a Rete ferroviaria italiana: «Il progetto di ristrutturazione della tratta – ha detto – doveva essere mandato in gara da Rfi all’inizio di quest’anno e ammonta a 144 milioni di euro. Siamo però ancora in attesa del parere sulla verifica di assoggettabilità a Via, un passaggio che doveva essere celere e che invece si prolunga di giorno in giorno.Chiediamo un intervento straordinario, anche di natura sostitutiva, da parte del Ministero per ottenere finalmente il parere e consentire a Rfi di espletare la gara d’appalto».
L’assessore ha poi aggiunto: «Dopo più di otto anni d’attesa, è superfluo dire che non c’è più tempo da perdere. Dopo aver sentito il dirigente Oliviero Montanaro, abbiamo scritto al Ministero dell’Ambiente per chiedere un intervento immediato per sbloccare il progetto di ripristino della ferrovia Trapani-Alcamo via Milo. La perdita di tale linea, dal 2013 chiusa e abbandonata, è una perdita infrastrutturale ed economica che ha causato grandi disagi all’intera Sicilia occidentale».
