Le sue dimissioni dalla carica di sindaco del comune di Favignana, le ha formalizzate nero su bianco e consegnate al suo avvocato Michele Cavarretta, dopo un lungo week end di riflessioni.
Pensieri diversi quelli che adesso, ai domiciliari, dov’è ristretto dallo scorso venerdì 17 luglio, attanagliano la testa di Giuseppe Pagoto sulla quale pendono pesanti accuse alla luce dell’indagine «Aegades» portata a termine dalla Guardia di Finanza: falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi.
Così la scelta, diversa rispetto a quella fatta dalla sindaca di Erice, autosospesa dal PD ma mai dimessa dalla carica, di congedarsi dal suo ruolo istituzionale. Dimissioni che, viste le condizioni, non sarebbero potute arrivare altrimenti. E’ il suo legale, infatti, a consegnare questa mattina, le deposizioni scritte da Pagoto, al Segretario generale del Comune, fino a ieri, rappresentato dal suo assistito, e che da oggi, affronterà la vicenda nella quale è indagato, da libero cittadino.
Quelle di Pagoto non sono le uniche dimissioni arrivate al Comune eguseo.
Alle sue, seguono, infatti, quelle dell’assessore Giovanni Sammartano, al quale era stato imposto il divieto di dimora nel Comune di Favignana.
Oggi, intanto, dovrebbero svolgersi gli interrogatori davanti al GIP Emanuele Cersosimo.
