giovedì, Maggio 16, 2024
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«Laurearsi da casa? Unico e -a tratti- triste. Un aneddoto da poter raccontare un giorno». La storia di Giorgio

Storia di Giorgio, giovane valdericino laureatosi "in pigiama e pantofole" nella sua cameretta di studente universitario

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci ha portati a rivedere completamente le nostre abitudini e il modo di rapportarci agli altri. In questo periodo che sembra infinito la nostra ancora di salvezza è stata sicuramente la tecnologia e internet.

Ve la immaginate una quarantena completamente “off-line”?

Grazie a Internet in questi giorni abbiamo ordinato del cibo d’asporto, ci siamo tenuti compagnia in videochiamata con i nostri amici e familiari, abbiamo consumato gigabyte per fare maratone infinite di serie tv su Netflix e abbiamo condiviso la nostra quarantena nelle più note piattaforme social del web da Facebook a Instagram.

Ma Internet è stato molto importante anche per continuare a lavorare in smart-working e studiare. Tantissimi sono stati, infatti, i ragazzi che si sono trovati (e si troveranno) a sostenere non solo esami universitari ma anche la vera e propria discussione della tesi di Laurea davanti ad un computer in videoconferenza, con la commissione.

Tra le migliaia di ragazzi in tutto il mondo a cui è toccata questa sorte, abbiamo raggiunto Giorgio, 24enne di Valderice che ha conseguito la Laurea in Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Torino dalla sua cameretta di studente universitario, ai piedi della Mole Antonelliana.

Ecco la sua storia.

Ciao Giorgio, innanzitutto congratulazioni! Sei tra quei migliaia di ragazzi laureatisi in via telematica a causa dell’emergenza sanitaria. Qual è la prima cosa a cui hai pensato quando ti hanno comunicato che ti saresti laureato in ciabatte dalla cameretta di casa tua? 

Mi piace essere sincero. Appena ho letto la mail da parte della segreteria, ho esclamato: “Lo sapevo. Mai una gioia!” 

Hai avuto il tempo di realizzare la notizia e abituarti all’idea prima della laurea o è stato un fulmine a ciel sereno?

In realtà lo supponevo. Avevo già dato il mio ultimo esame circa una settimana prima in via telematica e vista la celere diffusione del virus, sarebbe stato stupido, a tratti egoista, pensare di poter festeggiare normalmente il giorno della mia proclamazione.

Ci racconti come è andata la discussione della tesi? 

La seduta di laurea si è tenuta su Microsoft Teams, una piattaforma di comunicazione e collaborazione unificata, che combina teleconferenza e condivisione di contenuti. La Commissione mi ha chiamato per le 11:30, dopodiché, ho caricato il mio progetto all’interno della piattaforma e condiviso lo schermo affinché loro potessero seguirmi passo passo. In quei 15 minuti ho avuto accanto il mio carissimo coinquilino, che ha fatto da vero e proprio reporter e la mia ragazza che, essendo salita prima che la situazione degenerasse, ha creato una conferenza online con la mia famiglia, che mai e poi mai si sarebbe persa questo momento, nonostante fosse a lavoro. 

Dopo anni di sacrifici, chiudere un percorso di studi in questo modo è stato deludente? 

Deludente non direi, piuttosto lo definirei unico, a tratti triste. Immaginavo questo momento da tanto tempo, vestito elegante, con la corona in testa, con i tuoi familiari accanto, a fare baldoria per le strade con i tuoi amici, ma mai mi sarei potuto immaginare un finale del genere. Non puoi nutrire né rancore, né rabbia, perché non c’è una colpa da attribuire a qualcuno. Quindi sorriso sempre stampato in faccia e si va avanti.

Hai mai pensato, anche per un attimo, di rimandare tutto a tempi migliori? 

Assolutamente no! Per come ho vissuto il mio percorso di studio, la laurea era un obiettivo da raggiungere il prima possibile per poter archiviare questo capitolo. Inoltre immaginavo che il periodo di persistenza del virus, nel nostro Paese, sarebbe stato più lungo di due mesi, quindi probabilmente avrei ottenuto il medesimo risultato, solo con un maggior accumulo di ansia e nervosismo.

I tuoi familiari e i tuoi amici si erano già organizzati per starti vicino, venire ad assistere e festeggiare con te? 

In realtà soltanto i miei genitori, ma anche per motivi tecnici, ossia per aiutarmi con il successivo trasloco. Poiché le circostanze non erano chiare e si evolvevano rapidamente e non positivamente, ho avuto la lucidità di avvisare tutti i miei amici di restare fermi. 

Però laurearsi da casa ha avuto anche i suoi lati positivi no? 

Beh, l’effetto di stare seduti comodamente sulla tua poltroncina, indossando una camicia, una giacca ed una cravatta ed al tempo stesso avere sotto il pantalone del pigiama, le calze da notte e le pantofole, non ha prezzo! E’ una sensazione quasi appagante, però non la vedo come una cosa positiva, piuttosto come un aneddoto divertente da poter raccontare un giorno.

Qual è la prima cosa che hai fatto dopo la proclamazione? 

Abbracciare i presenti, forte, come non mai. Poi mi sono subito tolto, la cravatta, la giacca e la camicia per rimettermi nuovamente il pigiama. Dopodiché, ho passato il resto del tempo prima del pranzo, al telefono tra nonni piangenti e zii contenti. Ammetto di aver pianto assieme ai nonni, perché sapevo quanto ci tenevano ad essere presenti quel giorno.

Come hai festeggiato? 

In maniera molto sobria. La mia ragazza mi ha preparato una teglia di lasagne con spinaci e salsiccia ed infine un bel brindisi con uno spumantino che avevo in frigo dall’ultimo pacco mandato dai miei genitori, in vista del fatidico giorno.

Il lockdown ha preso alla sprovvista tutti e molti studenti fuorisede del sud hanno preso d’assalto treni aerei e bus per tornare a casa da mamma e papà. Hai mai pensato di fare lo stesso? Alla fine o Torino o Valderice ti saresti laureato comunque da casa… 

Spero di non apparire un giudicatore, ma in quel momento, seguire la massa, sarebbe stato un atto irresponsabile. Mi sono laureato in ingegneria, non in medicina, ma so che a Valderice, l’età media della popolazione è piuttosto alta. Ciò significa che avrei potuto mettere in pericolo l’intera mia famiglia e non solo, nel caso fossi stato asintomatico, ad esempio. Non posso negare di non aver avuto paura al pensiero che potesse accadere e quindi ho deciso di non muovermi da casa. Soprattutto perché ancora, durante i primi giorni di marzo, la questione veniva presa con fin troppa leggerezza…

Una volta finiti gli studi avrai avuto molto tempo libero da trascorrere dentro casa. Come hai organizzato la tua quarantena? 

Durante la settimana, la mattina ed il primo pomeriggio li dedico allo studio di un software di simulazione ingegneristica, tramite un corso online messo a disposizione gratuitamente da un’università americana. Nella seconda metà del pomeriggio faccio atletica, nell’atrio sottostante al mio condominio. L’ho misurato col metro e ho constatato che fosse possibile fare un determinato test che svolgo durante i raduni di arbitro. Altre volte invece, faccio esercizi fisici direttamente in camera, mentre il sabato e la domenica li dedico alla costruzione di modellini di auto di piccola e media scala che compro online. Infine la sera, alterno sessioni di PlayStation 3 (gentilmente concessa dal mio coinquilino), film o serieTV sul ‘sempresialodato’ Netflix.

In questi giorni diversi studenti e lavoratori stanno chiedendo a gran voce a Musumeci, anche attraverso petizioni social, di poter rientrare in Sicilia nella Fase 2 … cosa pensi a tal proposito? 

Io stesso ho partecipato, firmando la petizione social. Credo che la maggior parte dei ragazzi rimasti nel proprio domicilio in questi due mesi, lo abbia fatto per lo stesso senso civico, comune e di responsabilità che nutro io. Per cui, oltre ad essere un nostro diritto, posso essere sicuro al 101% che saremmo i primi a metterci in quarantena anche per un mese se fosse necessario, pur di scendere ed evitare che i familiari paghino rate di affitto a vuoto e soprattutto forniscano un ulteriore ed ingente sostentamento sia per l’approvvigionamento di beni alimentari sia per il pagamento delle bollette. 

Secondo te c’è la possibilità che questo appello venga accolto dal governatore della Regione? 

Lo spero, ma sono del parere che se il Presidente Musumeci ha “imposto” questo ulteriore ‘sforzo’, sarà abbastanza inflessibile nel cambiare radicalmente pensiero. 

La domanda scontatissima che si fa ai neo-laureati: “E adesso? Che farai?”

Mi sono già immatricolato per il secondo ciclo di studi, quindi per i due anni di Magistrale, nel corso di Aerospace Engineering presso l’Università Alma Mater di Bologna. Chi si ferma è perduto.

Completa la frase: “Quando tutto questo sarà finito … ?” 

…organizzerò una mangiata di ‘sasizza e carcocciula’ arrustute a casa mia, con tutti i miei amici. E per finire, la sera un bel DJ set alla facciazza di questo Coronavirus. E se sento qualcuno lamentarsi per il troppo casino…..beh, come dice il carissimo Salvo Montalbano…non devono rompermi i gabbasisi.

In bocca al lupo!

 

Giovanni Mercadante
Giovanni Mercadantehttp://giovannimercadante.it
Social media manager, digital PR, blogger. Ha scritto, tra gli altri, per Blogo, Excite Italia, Leonardo.it. Pizza e Nutella lover.
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