lunedì, Aprile 29, 2024
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Nuova Iside: oggi i rilievi dei RIS sulla petroliera “Vulcanello” ma da 1400 metri di profondità, riportati a galla tracce di graffiature sul relitto

Sono iniziati questa mattina i rilievi irripetibili da parte dei RIS di Palermo sui 25 reperti prelevati dalla prua della petroliera Vulcanello, la nave battente bandiera italiana che, la notte tra il 12 e il 13 maggio si trovava sulla stessa rotta del peschereccio Nuova Iside partito dal porto di Terrasini e affondato la notte del 13 maggio scorso con l’intero equipaggio composto da Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono (attualmente disperso), ora posta sotto sequestro dalla Procura di Palermo e ormeggiata al porto di Augusta.

Nei giorni scorsi il Cacciamine Numana della Marina Militare, è riuscito ad individuare il relitto del peschereccio inabissatosi a 1400 metri di profondità a 30 miglia nord di Palermo. Una ricerca resa particolarmente difficile e complessa dalla profondità del fondale, la presenza di forti correnti marine, l’incertezza della posizione dell’affondamento e le condizioni meteorologiche non ottimali. Le stesse, queste ultime, che ieri, lunedì 22 giugno, non hanno permesso di effettuare una perlustrazione del relitto capace di confermare la presenza di Vito Lo Iacono, il comandante del motopesca e ultimo disperso dell’equipaggio, all’interno del Nuova Iside.

«Per determinati accertamenti, il recupero è indispensabile – ha detto Aldo Ruffino, il legale della famiglia Lo Iacono – senza sottolineare che quasi sicuramente al suo interno dovrebbe trovarsi il corpo del giovane comandante, Vito Lo Iacono ad oggi ancora formalmente disperso». E intanto, mentre si attendono i risultati dell’autopsia sul cadavere ritrovato a Gioia Tauro per dissipare ogni dubbio sull’identità del corpo (il legale della famiglia Lo Iacono crede impossibile si tratti di quello del 26enne disperso), il sottomarino Pluto, ieri, ha recuperato un borsello nei pressi del relitto, con all’interno i documenti di Matteo Lo Iacono. Ulteriore conferma alle immagini registrate dal veicolo filoguidato del comando subacquei e incursori (Comsubin) che, lo scorso 19 giugno 2020, riportavano a galla la scritta “Nuova Iside” dal relitto ritrovato a 1400 metri in fondo al mare a 30 miglia a nord di Palermo. Ma non solo. A galla, le registrazioni riportano anche delle graffiature sul peschereccio inabissatosi la notte del 13 maggio scorso. Anche queste, oggi, verranno comparate con i 25 reperti della nave del gruppo Mednav della società Augustadue.

Le tracce filmate sull’imbarcazione sono importanti per capire cosa sia successo e per questo gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico, le stanno vagliando. Un fascicolo, quello aperto dalla Procura di Palermo, che vede iscritti sul registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso, 4 persone: il comandante e due ufficiali di plancia della petroliera del gruppo Mednav e l’armatore della società Augustadue.

Per il legale, il peschereccio, individuato dalla Marina Militare  è stato vittima di una causa esterna. Un “fattore terzo” che ne ha determinato l’affondamento. «Questo fattore terzo – sottolinea l’avvocato Ruffino – è certamente riconducibile a una “attività non conforme” posta in essere molto probabilmente dalla petroliera ‘Vulcanello’, oggi posta sotto sequestro. E poi conclude – La sicurezza dei pescatori è un aspetto fondamentale, noi ci auguriamo che la tragedia del ‘Nuova Iside’ possa diventare un esempio per tutta Italia, e per i nostri legislatori affinché possano intervenite sulle normative sulla sicurezza della pesca».

Ieri, per l’operazione di recupero della Marina Militare, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha espresso un plauso agli uomini e mezzi della Marina militare che: «si confermano eccellenza del Paese. Un’importanza operazione che contribuirà a lavoro della Magistratura e a fare chiarezza su una vicenda non ancora chiusa. All’ammiraglio Cavo Dragone e a tutta la Marina militare i miei più vivi complimenti» ed ha aggiunto: «L’elevata tecnologia delle piattaforme e la spiccata professionalità degli equipaggi della Marina Militare hanno consentito la riuscita dell’operazione. Fondamentale – ha concluso – il lavoro della Forza Armata dentro e fuori i confini nazionali, in uno scenario geopolitico in cui la marittimità assume un ruolo sempre più importante».

 

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