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Lettera aperta del Sindaco Iovino sulla “questione morale”

LETTERA APERTA

SULLA RICHIESTA DEL PD

DI CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

SULLA PRESUNTA QUESTIONE MORALE

Una vecchia canzone di Fabrizio De Andrè recitava “…si sa che la gente dà buoni consigli / sentendosi come Gesù nel tempio, / si sa che la gente dà buoni consigli / se non può più dare cattivo esempio…”. Credo che le parole di “Bocca di Rosa” si adattino bene alla battaglia che i sopraindicati novelli moralisti si accingono a intraprendere. Sicuramente con questo atto hanno inaugurato l’inizio della campagna elettorale che, a quanto pare, sembra essere alla porte.

In assenza di temi più solidi, come la denuncia puntuale degli errori inevitabili che una pubblica amministrazione può commettere nel governo di una città o l’indicazione di alternative dell’opposizione alle scelte che una amministrazione può fare, appare logico che la nostra “sinistra” scelga la strada più facile: quella vuota ed inutile della delegittimazione dell’avversario.

Il crinale della distinzione manichea tra buoni e cattivi, su cui alcuni vorrebbero giocare la partita, è la fatidica questione morale che, a quanto pare, per una legge non scritta ma comoda agli stessi “alcuni”, apparterebbe solo a loro e non ad altri: una sorta di dogma fideistico che però non può essere ascritto alla moderna società civile e ad uno stato diritto.

La richiesta del PD, arriva in ritardo di cinque giorni; in altri tempi avrebbero bruciato il record. Questo denota scarsa convinzione. Mi pare invece opportuno rispondere dato che, se di “questione morale” si tratta, è corretto che sia proprio il sottoscritto a dare contezza di alcuni fatti.

Appresa la notizia della mia condanna per favoreggiamento personale a 12 mesi col beneficio della  sospensione condizionale della pena, ex art. 378 c.p (favoreggiamento semplice), per dovere istituzionale ho informato immediatamente il Presidente del Consiglio e i capigruppo consiliari.

È corretto precisare che la mia condanna non riguarda in alcun modo la mia azione amministrativa in seno al Comune di Valderice, né le mie funzioni di sindaco. Neppure è da mettere in relazione con reati e vicende per cui sono state emesse le condanne per intestazioni fittizie di beni ed altre fattispecie nei confronti di altri imputati, fatti risalenti al 2005 quando non avevo, comunque, alcun incarico in seno al Comune di Valderice.

La contestazione avanzata nei miei confronti, non è legata a reati di mafia o altre fattispecie che fanno parte del corpo processuale e contestate a tutti gli altri imputati (tanto a coloro che sono stati assolti, tanto coloro che sono stati condannati), ma soltanto all’aver negato nel corso di un interrogatorio del 2009, circostanze che il Pm ha assunto per vere, ma da me ripetutamente smentite. In particolare l’ipotesi accusatoria è che io, sette anni fa, all’epoca dei fatti, io abbia trasferito un messaggio da un certo Fiordimondo Onofrio (nipote di Coppola Tommaso) al Sen. Antonio D’Alì. Circostanza per altro già confutata da quest’ultimo che in quel periodo si trovava all’estero.

Tra l’altro, tengo a sottolineare, che il processo che mi ha visto tardivamente coinvolto non riguarda fatti di mafia, come hanno sentenziato i giudici.

Continuo a ribadire la mia più completa estraneità ai fatti  addebitatemi, ed ho annunciato il mio intendimento di proporre appello avverso la sentenza di condanna,  non appena verranno rese note le motivazioni. Motivazioni che saranno utili anche per valutare a pieno il proseguo della mia attività amministrativa

La morale vuole trasparenza e verità e quest’ultima vuole riscontri oggettivi. La politica allo stesso modo, per come alcuni dicono di interpretarla, vuole comportamenti univoci ed irreprensibili tali da conferire autorevolezza a chi li adotta.

Ci sono coloro a cui si riconosce autorevolezza perché investito da incarichi che ha gestito con responsabilità e la sua condotta si è dimostrata irreprensibile. Ci sono coloro, invece, che pur non avendo mai avuto incarichi di responsabilità si sono autoreferenzialmente attribuiti l’etichetta di autorevolezza, benché da ignavi non abbiano mai fatto nulla di cui vergognarsi né nulla di cui vantarsi: non hanno fatto nulla, e basta! A quest’ultimi appartiene la maggiore schiera dei falsi moralisti.

Vorrei sottolineare anche la questione della costituzione di parte civile del Comune di Valderice che viene agitata contro la mia persona: come se avessi commesso un atto di lesa integrità di un atto riservato solo esclusivamente ai sindaci di sinistra.

La costituzione di parte civile, come si evince dalla delibera, è stata da me richiesta e voluta, ma ai sensi dell’art176 dell’OREL, ma non l’ho potuta votare in quanto riguardava anche me.

La costituzione di parte civile poteva essere evitata dal Comune in quanto non individuato come parte lesa e poteva essere avanzata contro tutti gli altri imputati, coinvolti a vario titolo, e non per me in quanto non coinvolto nelle fattispecie contestate.

La correttezza e la limpidezza di rappresentante delle Istituzioni, alle quali ho informato la mia condotta, al fine di fugare qualunque dubbio di opportunità, mi hanno convinto a prendere tale decisione. Scelta che continuo a difendere  proprio per fugare ogni dubbio sul valore che ritengo abbia la “questione morale”.

Questione morale che non sempre si sono posti i miei predecessori, che non raramente si sono dimenticati di costituirsi parte civile in altri processi per mafia.

Tornando alla vicenda di Torre Xiare vorrei fare memoria che il provvedimento unico per la realizzazione del Resort fu deliberato alla vigilia delle elezioni del 2003, quando per l’ennesima volta il centrodestra perse le elezioni, mentre il centrodestra ha vinto le elezioni quando qualcuno da anni stava in galera, ironia della sorte.

Cari consiglieri del PD, permettetemi di dire: per fare opposizione politica potevano essere analizzati altri argomenti qualificanti, tali che i cittadini vi avrebbero potuto accreditare come futura classe di governo. Ma forse pensate che le persone, le “masse” come amavate (e forse ancora amate) definirle, siano così sciocche da guardare il dito quando qualcuno indica loro la luna.

Confido nel fatto che possa valere “anche per me” il sopravvento del principio di presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio, cioè a sentenza  definitiva.

Spiace doverlo dire, ma il PD cerca di mettere in atto pregiudiziali politiche su una sentenza di 1° grado che riguarda vicende di 7 anni fa estranee a questa A.C.

Ciò che rappresentano è solo la peggiore espressione di una classe politica incapace, persino, di comunicare con i propri elettori. Concludo con le parole di una personalità che non fa “antimafia” ma lotta contro la mafia: Roberto Saviano.

“Qualunque sia il tuo stile di vita, qualunque sia il tuo lavoro, qualunque sia il tuo pensiero, se ti poni contro certi poteri questi risponderanno sempre con un’unica strategia: delegittimare. Delegittimare il rivale agli occhi della pubblica opinione, cercare di renderlo nudo raccontando storie su di lui, descrivere comportamenti intimi per metterlo in difficoltà, così che le persone quando lo vedono comparire in pubblico possano tenere in mente le immagini raccontate e non considerarlo credibile. Questa è disinformazione, più sottile della semplice calunnia che agisce soprattutto con i nemici. La disinformazione invece punta a distruggere le vittime nel campo degli amici, seminando quei dubbi e quei sospetti che proprio gli amici debbono temere. Questa è la macchina del fango!”.

Basta ricordare quello che è successo per l’ex Vice-Sindaco Francesco Paolo Maggio che, dopo aver subito l’arresto, oggi è stato assolto da ogni addebito. Sono convinto che anch’io potrò dimostrare con serenità la mia estraneità ai fatti che hanno portato all’attuale sentenza.

Cari compagni del PD accomodatevi… ben venga un dibattito in aula consiliare!

Il Sindaco

Camillo Iovino

Valderice 4 giugno 2012

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