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Nuova Iside: La madre di Vito: «voglio dargli degna sepoltura, lo Stato faccia la sua parte»

Lo hanno chiesto in maniera formale e composta, nonostante il dolore, davanti alla Camera dei Deputati: «Sono convinta che mio figlio si trovi ancora nel relitto, voglio dargli una degna sepoltura e per questo chiedo allo Stato di recuperare al più presto il peschereccio».

Queste le parole usate da Rosalba Cracchiolo, moglie di Matteo e madre di Vito Lo Iacono, due dei tre marinai affondati con il peschereccio “Nuova Iside” al largo della costa palermitana lo scorso 14 maggio e rintracciato il 19 giugno scorso dal Cacciamine della Marina Militare.

La voce trema  mentre l’avvocato Aldo Ruffino le sta vicino insieme al deputato Lorenzo Viviani, con loro durante la conferenza stampa durante la quale la famiglia Lo Iacono ha ribadito la necessità di recuperare il peschereccio, individuato a 1.400 metri di profondità a nord della costa palermitana. Ieri mamma e moglie felice, oggi vedova e senza un termine che possa definire cosa resta di un genitore che perde un figlio.

Nemmeno un’interrogazione all’Accademia della Crusca riesce a posizionare il cambiamento di una madre dopo la perdita di un figlio dentro una parola che abbia un inizio ed una fine. Non si è vedovi, non si è orfani, in certi momenti non si sa forse più se si è qualcosa perché quel dolore è così immenso che non può confinarsi dentro niente. Nemmeno lì, dentro una parola. Lo sanno bene tutte le madri siciliane, e quelle italiane. Lo sanno le madri che hanno generato vita e che per natura dovrebbero essere loro a dover andare lasciando figli e nipoti. Ma non stavolta. Non così.

«Questo è un luogo simbolo dello Stato italiano – ha detto l’avvocato Ruffino – che ha già dimostrato la sua forza in analoghe situazioni, recuperando il Dc9 di Ustica, il peschereccio “Giovanni Padre” all’interno del quale furono ritrovati due marinai. E ancora, i migranti del natante naufragato nel canale di Sicilia nel 2015 e il peschereccio “Rosinella”. Bisogna agire in fretta – ha aggiunto l’avvocato – e recuperare ancora integro il peschereccio, è un dovere morale ed etico. Il coraggio di Rosalba, Giovanna e Cristina (quest’ultima moglie di Giuseppe Lo Iacono, il terzo marinaio morto ndr) non si fermerà fino a quando non si procederà al recupero dell’imbarcazione. Abbiamo già fatto dei sondaggi con delle società specializzate che si sono espresse positivamente».

Il coraggio delle donne non ha mai fine. Le donne spostano il mondo, lo accompagnano, lo fortificano. E la dignità di queste, nonostante la sofferenza, il peso, l’amarezza, il dispiacere, la tristezza, l’angoscia, stupisce. Adesso è tempo che anche per Vito ci sia pace. Non in fondo al mare, ma dove la madre vuole che lui la trovi.

Dove l’ha trovata il comandante del peschereccio Rosinella, Giulio Oliviero, 44 anni, di Ercolano, recuperato dopo l’inabissamento a Baia Domizia. O come quella che è stata data a Vincenzo Guida, 43 anni, e suo figlio Alfonso, di 21 speronati a due miglia e mezza a Sud di Punta San Pancrazio a Ischia mentre si trovavano sottocoperta del “Giovanni Padre” di Torre del Greco,  l’11 agosto 2011,  dal cargo Jolly Grigio, una nave portacontainer della società Messina di Genova.

Adesso è lo Stato che deve continuare a fare la sua parte. Lo stesso Stato che, con la bocca del Ministro Ministro Bellanova disse di essere vicina al dolore dei familiari oltre che di impegnarsi a far loro visita al più presto, ma da allora, mai arrivata. Lo stesso Stato, che con la bocca del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, poi, pochi giorni fa esprimeva un plauso agli uomini e mezzi della Marina militare per il ritrovamento del relitto. Adesso lo stesso Stato con una mano sulla coscienza, ascolti quel che resta di una madre, donna, vedova, ma alla quale manca una definizione per la perdita di un figlio e che, con le forze che le restano, vuole la sua stella nel cielo.

LORENZO VIVIANI CONFERENZA STAMPA (07.07.2020)

🔴 IN DIRETTA dalla Camera dei Deputati facciamo il punto sul recupero del motopeschereccio “La Nuova Iside” e chiediamo al Governo di non spegnere i riflettori su questa vicenda che ha colpito al cuore la marineria italiana e la comunità di Terrasini.

Pubblicato da Lorenzo Viviani su Martedì 7 luglio 2020

 

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