martedì, Maggio 14, 2024
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Trentadue anni fa la Strage di Ustica. Commemorate oggi le vittime, una di loro era di Valderice.

A fianco del sindaco Camillo Iovino, stamani alla deposizione della corona di alloro in memoria delle vittime della strage di Ustica, c’era anche Antonina Oddo, la vedova di Alberto Bosco, cittadino valdericino che viaggiava con le altre 80 persone imbarcate sul DC 9 dell’ITAVIA abbattuto nei cieli tra Ustica e Ponza il 27 giungo del 1980.

“Abbattuto” è la verità negata ai parenti delle vittime, alla stragrande maggioranza degli italiani, che hanno dovuto subire trent’anni di depistaggi ed omissioni che, infine, hanno portato ad una sentenza che non ha consegnato alcun colpevole sebbene sia emerso dalle carte giudiziarie un fatto chiaro ed inequivocabile: l’aereo in volo da Bologna a Palermo è esploso colpito da un missile nei cieli tra Ponza ed Ustica. L’ipotesi che il velivolo fu al centro di uno scontro aereo tra aerei da guerra e abbattuto non è stata mai confermata, ma neppure smentita.

Largo vittime di Ustica, una piazza alberata e ricca di aiuole, oltre ad essere luogo di memoria, sarà anche esempio di un apprezzabile e significativo impegno civico: la ditta Fontana Arredi, presente stamani il titolare, Giovanni Fontana, ha deciso di “adottare” il verde pubblico provvedendo alla manutenzione delle aiuole.

«È il nostro di Valderice a mantenere viva la memoria che passa, oltre che dal doveroso ma sentito atto formale della deposizione della corona di alloro, anche attraverso piccoli gesti di rispetto e collaborazione – ha affermato Camillo Iovino -. Sulla vicenda della strage ancora una volta utilizzerò per efficacia di sintesi e profondità di sentimento le parole del capo dello Stato, Giorgio Napolitano che in più di un’occasione ed in particolare nel trentennale ha ricordato “il dolore ancora vivo per le vittime” che “si unisce all’amara constatazione che le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili”».

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